di
ALESSANDRO VOLPE
Come se non fossero bastate altre crisi a dimostrarlo, l'attuale emergenza sanitaria mostra la vera anima del sovranismo. Perché, c'è da chiedersi, i principali leader dell
'Internazionale sovranista - Trump, Johnson, Salvini, Bolsonaro - hanno avanzato atteggiamenti negazionisti nei confronti del virus fino all'altro ieri?

La risposta più facile e consolatoria è, come sempre, quella psicologica: follia, irresponsabilità, imprudenza.
In realtà, il metodo in questa 'follia' è un atteggiamento ben preciso e condiviso, negli ultimi anni, anche su altri temi 'globali': dall'immigrazione, affrontata unicamente attraverso muri immaginari e blocchi navali al largo, fino al cambiamento climatico, tacciato di essere un complotto globalista o al limite positivamente rivendicato come segno di crescita industriale locale. Il 'globale' è semplicemente negato.
D'altro canto, questa tendenza essenzialmente negazionista e particolaristica si è presentata come rappresentativa degli interessi del basso contro l'alto. Molto si è scritto, con un certo senso di autocompiacimento anche da parte sovranista, in merito alla presunta "nuova logica" politica del futuro: alto/basso, che sostituirebbe quella tradizionale destra-sinistra.